venerdì 22 settembre 2017

La voce del cuore

Le briciole inondano il tavolo rosso
Come le gocce saettano nella foresta
Un connubio che mi sconvolge.
Ho finito
Solo per un po’
Ma ancora una volta sono arrivato,
sono in pace.
La vallata rosa mi sveglia
Col sorriso,
le pecore belano
mentre il pastore le indirizza
a sassate;
un vento forte mi scompiglia la chioma
fa freddo ma siedo
in silenzio
e sorrido sempre.
Inizio a camminare
Veloce e sicuro
Le mucche mi scrutano
Ma ora si fidano
Tutt’intorno nuvole nere
E lampi fragorosi
Arriva la pioggia?
Credo di sì
Mi prenderà, lo so
Sii forte ragazzo!
E così arriva
E il sentiero si trasforma
In un torrente
I torrenti in fiumi
le macchine in scialuppe
ma no, io non mollo!
Cammino ancora
Un po’ qua un po’ là
Impreco
Ma continuo.
Ho paura di non tornare
Oggi è domenica
I mezzi non circolano
Invece le paranoie corrono
Ma poi, d’improvviso
La voce del cuore mi quieta
Stai tranquillo
Tutto si sistema,

ed è proprio così.

martedì 12 settembre 2017

Un'altra poesia

Mi sveglio
Il fuoco non c’è più
Nemmeno la luna
Bianca, con le sue mille facce
Splendente come il sole
Ma magica quanto la notte.
Mi rigiro nel sacco
Non ho voglia di uscire
Ancora
Poi però la luce mi chiama
Così esco e faccio un po’ di yoga
Riscaldo lo spirito.
La discesa è ardua, si sa
Ma quando mi guardo intorno
Scoppio sempre a piangere
E ringrazio il mondo intero:
le piante che mi circondano
verdi e avvolgenti,
il cielo che mi sovrasta
solito compagno a cui rivolgere le proprie preghiere,
e infine le montagne
mirabolanti divinità.
A Poggiovalle mi aspetta Tommaso
Che mi indica la via,
Su e giù per fiumi e colli
Vecchi sorrisi mi accolgono
E mi fanno venir voglia
Di piantare la tenda qui
Per sempre.
Però continuo
Con una consapevolezza:
ogni volta che mi fermo
il verde racconta storie
di freschezza e gioventù
ci vedo meglio
so dove andare
ma anche non lo sapessi
non importerebbe affatto
perché l’importante è camminare
percorrere la strada
comunque sia messa
danzare con una formica sul tavolino

o ridere col ginepro secco.

mercoledì 30 agosto 2017

"Lo sguardo del felino"

Sotto gli sguardi protettori dei gatti
Contemplo un giorno scorrer via,
Le nuvole disegnano dedali lungimiranti
Un labirinto senza retaggi
E io mi scopro ad amare il Creato.
Il giardino è vecchio e appesantito
Serba reminiscenze di antiche glorie
Ma possiede quel sentore di menta e rosmarino
Che nessuna erbaccia potrà mai portar via.
I colori si accendono al crepuscolo
Come nell’ora del mattino,
I felini son più svegli
Infatti la calura è passata
E si può tornare a respirare.
Mentre la stella più grande cala pian piano
Tutto assume un contorno più nitido
E la vera forma dell’essenza appare evanescente,
La pace mi circonda
Moscerini volanti, una tovaglia rossa e qualche prurito
I bambini giocano con un pallone
Risate ovattate sorvolano l’aria;
Provo a pensare

Ma mi viene solo da sorridere.



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